giovedì 9 aprile 2009

TUTTA COLPA DI GIUDA di Davide Ferrario

La professionalità, l’acume, la capacità di cogliere al volo l’essenza dei fatti e riproporli poeticamente era già ben evidente nei lavori precedenti. Ma in questo film, Davide Ferrario, pare che le idee e le intuizioni, gli scaturiscano dall’interno come in una sorta di illuminazione dell’animo, in perfetta sintonia con ciò che vuole rappresentare o trasmettere. Complice un montaggio accattivante e moderno.
L’esplorazione di un mondo con cui pochi solitamente sono costretti a convivere, permette di coglierne con verità e leggerezza, la sensazione di rassegnazione e la voglia di riscatto anche con dei piccoli diversivi, come una rappresentazione teatrale di cui essere protagonisti, ma solo dentro i limiti di una loro personale morale.
Ma la rappresentazione cinematografica di Ferrario ha qualcosa di magico. L’audace tecnica di ripresa ci riporta alla mente i canoni del pluripremiato Danny Boyle, mai banali. La fantasia espressa nella “non sceneggiatura” o, meglio, in una sceneggiatura istintiva, non ci permette di prevedere ciò che accadrà, e si capisce ben presto che, come ricordo nei film di Sergio Leone, la scena che arriverà non sarà mai scontata. La forza lirica di alcune scene, rimarrà, a mio parere, nella storia del cinema. Centrata la scelta degli attori reali, tutti bravi, ma spicca lo stato di grazia della protagonista, in una parte veramente difficile che sente sua e che non fa mai cadere nel ridicolo. Come una brava cantante, perfettamente intonata anche senza musica di accompagnamento. L’arte poi di far sembrare bravi attori anche i carcerati veri, è come sempre dovuta alla capacità di chi li dirige e alla sua sensibilità.
Non è di poco conto l’accompagnamento musicale, che rafforza e scandisce armonicamente tutti gli eventi.
Menzione speciale al direttore della fotografia che, come avevo già avuto modo di notare in altre occasioni, ha la capacità e l’accortezza di offrirci un’immagine da mostra fotografica, praticamente ad ogni cambio di scena. Finalmente un altro grande regista italiano all’altezza di Matteo Garrone.

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